Cambia l’Irpef e, di conseguenza, cambiano stipendi e pensioni per gli italiani. Vediamo quando vedremo queste novità.
Ci avviciniamo alla nuova legge di Bilancio: il Governo di Giorgia Meloni, qualche giorno fa, ha presentato la bozza che ora dovrà essere discussa e approvata dalla due Camere. I cambiamenti messi in agenda sono di grande rilievo e riguardano tanto le pensioni quanto le tasse.
Come ben sappiamo questa legge di Bilancio è stata fortemente influenzata dall’impossibilità, per l’Italia, di fare extra deficit e dalla mancanza di adeguate risorse. L’Esecutivo, infatti, ha potuto disporre di circa 20 miliardi di euro per fare tutto. Di conseguenza qualche settore potrebbe essere stato penalizzato.
Su un punto però il Governo Meloni non ha ceduto terreno: il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef. Infatti è stato riconfermato il taglio del cuneo fiscale per i redditi annui lordi fino a 35.000 euro. Per quanto riguarda l’Irpef sono state anticipate novità importanti che faranno aumentare stipendi e pensioni. Il cambiamento potrebbe avvenire prima di quanto pensiamo.
Stipendi e pensioni più alte grazie ad un’importante modifica che riguarderà l’Irpef. Il Governo di Giorgia Meloni punta a ridare potere d’acquisto alle famiglie attraverso una minore pressione fiscale. La data della novità è più vicina di quanto immaginiamo.
Un grande passo è già stato fatto con la legge di Bilancio 2024 quando il Governo di Giorgia Meloni ha abbassato le aliquote Irpef portandole da 4 a 3. Infatti quest’anno le aliquote Irpef sono state le seguenti:
Fino al 2023, invece, i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro erano soggetti ad un’aliquota del 25%. L’accorpamento della prima e della seconda fascia di reddito ha prodotto un vantaggio fiscale di due punti percentuali che è andato a vantaggio delle fasce medio alte.
Ma il Governo ha messo in agenda un cambiamento ancora più importante. L’Esecutivo, infatti, ha deciso di introdurre per le Partite Iva a regime forfettario il Concordato Preventivo Biennale. Grazie a questa misura il Governo spera di rimpinguare un po’ le casse statali in quanto, in base a questo concordato, le tasse da pagare verrebbero calcolate non già sugli effettivi guadagni del libero professionista ma sulla base dei presunti guadagni ipotizzati dall’Agenzia delle Entrate.
Si tratta di uno strumento facoltativo: sta ai singoli contribuenti con Partita Iva decidere se aderire oppure no. Il termine ultimo per le adesioni termina il 31 ottobre 2024. Se in molti aderissero a questo misura allora lo Stato riuscirebbe ad incassare abbastanza denaro per abbassare ulteriormente le aliquote Irpef per i lavoratori dipendenti e i pensionati. A quel punto la seconda aliquota Irpef passerebbe dal 35% al 33% e verrebbe estesa ai redditi fino a 60.000 euro lordi all’anno.
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