L’UE chiedeva a tutti gli Stati membri di introdurre dei bonus condizionatori, ma sembra che qualcosa sia andato storto.
La climatizzazione è oggi più che mai un settore strategico: è fondamentale intervenire con la sostituzione e l’aggiornamento dei dispositivi di riscaldamento e raffreddamento per favorire la transizione energetica. L’UE ha imposto diversi limiti all’uso di sistemi di riscaldamento e climatizzazione di vecchia generazione per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere l’uso di fonti di energia rinnovabile.
Si tratta principalmente di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla lotta contro il cambiamento climatico. Ma i contribuenti, non solo in Italia, non sembrano poter godere di incentivi ad hoc o altre misure di supporto per poter intervenire.
Salta dunque agli occhi che manca un piano d’azione europeo per le pompe di calore, e di conseguenza l’UE potrebbe cambiare i propri piani. Proprio a proposito delle pompe di calore, l’UE aveva previsto l’introduzione di almeno 60 milioni di impianti entro il 2030. Tale stima potrebbe presto essere corretta al ribasso, portando l’obiettivo a 45 milioni.
I dati di vendita del primo semestre in Europa, dove il mercato dei climatizzatori è crollato del 47% rispetto agli stessi dati del 2023, dicono che la popolazione degli Stati membri fa fatica a recepire le nuove direttive europee. E senza un bonus dedicato ai condizionatori e alle pompe di calore è complicato muoversi in autonomia. Il mercato ha insomma bisogno di incentivi: di un bonus condizionatori.
Bonus condizionatori: la situazione del mercato indica una crisi
Nel nostro Paese, formalmente, almeno fino al dicembre 2024 era già previsto un bonus climatizzatori. Si tratta di un incentivo fiscale che consente al contribuente di detrarre una parte delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di climatizzatori moderni e a basso consumo energetico direttamente dall’IRPEF. Tale bonus si applica sia in caso di ristrutturazione (con il bonus ristrutturazione al 50%) o per acquisti svincolati da interventi edilizi. Ma le percentuali di detrazione variano proprio in base al collegamento con l’altro bonus.
Anche nel resto dell’Europa mancano bonus dedicati a incentivare il mercato dei condizionatori e dei climatizzatori. In tutta l’Eurozona pompe di calore e climatizzatori si vendono molto meno del previsto. Nel 2023 il mercato si muoveva ma nel primo semestre del 2024 si è registrato un calo di quasi metà degli acquisti.
Secondo l’UE il problema sta negli aiuti statali: i Governi li hanno elargiti con poco criterio, preferendo in quasi tutti i casi detrazioni fiscali a sconti basati sul reddito. Bonus del genere agevolano solo i contribuenti più facoltosi, cioè coloro che possono permettersi di acquistare i sistemi o ristrutturare anticipando i costi.