Jannik Sinner, nuove indagini: spuntano i testimoni, ora cambia tutto

La vicenda che ha coinvolto Jannik Sinner continua ad essere al centro dell’attenzione. Le nuove indagini sono destinate a cambiare tutto.

Non è un periodo semplice per Jannik Sinner. Nonostante gli importanti traguardi raggiunti, il tennista dovrà aspettare ancora qualche tempo prima di poter esultare: da quando è risultato positivo ad un test dell’antidoping lo scorso marzo, infatti, il numero uno al mondo è diventato il protagonista di un discusso processo che lo vede ancora oggi alle prese con le indagini sul caso.

Riparte il processo per Jannik Sinner
Delle nuove indagini coinvolgeranno Jannik Sinner: spuntano i primi testimoni (Instagram @janniksin) – associazioneohibo.it

Il tennista classe 2001 non ha passato i controlli antidoping per via di una contaminazione da Clostebol. Tale sostanza – come spiegato dallo stesso Sinner – è contenuta nel Trofodermin, un farmaco da banco che l’atleta ha assunto per curare una ferita provocata da quello che allora era il suo fisioterapista, Giacomo Naldi, e che in seguito alle accuse è stato licenziato.

Sinner è stato recentemente assolto dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) e, al momento, il campione sta continuando a giocare a tennis. Tuttavia, la Wada (Agenzia mondiale antidoping) ha presentato un ricorso al Tas (Tribunale Arbitrale dello sport) domandando che il tennista venga squalificato per un periodo di tempo da 1 a 2 anni.

Jannik Sinner, la Wada presenta ricorso: ripartono le indagini, arriva la svolta

L’intento non è condannare il campione per il presunto utilizzo del farmaco, quanto sottolineare la responsabilità di Sinner che, in qualità di sportivo, dovrebbe accertarsi che il suo staff svolga tutto nel massimo rispetto delle regole. Tra un match e l’altro, dunque, l’atleta dovrà prepararsi per l’inizio del processo che lo riguarderà.

Sinner affronterà un nuovo processo per le accuse di doping
La Wada ha presentato ricorso al Tas per il caso di Jannik Sinner (Instagram @janniksin) – associazioneohibo.it

Questo comincerà quando verrà formato il Collegio arbitrale, responsabile della sentenza finale. Sono tre i rappresentanti che si occuperanno di prendere la scelta definitiva: un giudice designato dalla Wada (ossia il ricorrente), uno da Sinner e uno dal Tas – il quale ricopre il ruolo di presidente del Collegio. I primi due, a differenza di quanto si potrebbe credere, saranno indipendenti e imparziali nei confronti degli esponenti.

Una volta che il processo avrà preso il via, gli arbitri potranno mettere mano su tutta la documentazione necessaria e le indagini ripartiranno da capo. Con ogni probabilità verranno interpellati alcuni testimoni, a partire da Sinner e i periti. Potrebbero essere coinvolti anche l’ex fisioterapista Giacomo Naldi e l’ex preparatore atletico Umberto Ferrara, ovvero coloro che avrebbero provocato la contaminazione.

Nel caso in cui il tennista dovesse essere considerato “significativamente negligente” nei riguardi della vicenda, rischierà di dover scontare la pena richiesta. Il Collegio verrà supportato da un segretario del Tas, che si confronterà con gli avvocati. Per il verdetto finale, bisognerà attendere i primi mesi del 2025: il periodo designato è febbraio, ma non è detto che i tempi verranno rispettati.

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