Contrariamente a quanto creduto da molti, i buoni pasto possono essere erogati ai lavoratori anche quando sono in ferie.
I buoni pasto rientrano nelle misure di welfare aziendale che puntano a migliorare il benessere dei lavoratori, dando a questi ultimi la possibilità di scegliere in autonomia dove utilizzarli (in un ristorante, in un bar oppure recandosi al supermercato per fare la spesa) potendo usufruire di un contributo da parte dell’azienda durante la pausa pranzo. Sebbene si tenda a pensare che debbano essere erogati solo ai dipendenti che svolgono effettivamente il proprio servizio, è possibile ottenerli anche in ferie.
Per i datori di lavoro i buoni pasto si legano a diversi vantaggi, in quanto deducibili al 100% per le aziende e al 75% per le partite Iva. I lavoratori a cui vengono elargiti, da parte loro, hanno la possibilità di avvalersi al 100% del valore dei ticket (che possono essere cartacei o elettronici) presso le attività convenzionate. Il benefit si rivolge a tutti i subordinati (sia full-time che part-time) e può essere distribuito anche quando la pausa pranzo non è prevista nell’orario di lavoro.
La decisione spetta al datore, il quale non ha alcun obbligo a procedere con la sua erogazione. Ad ogni modo si tratta di uno strumento che può tornare molto utile, soprattutto presso le aziende prive di una mensa. Quando si parla di buoni pasto, l’idea più diffusa è che questi vengano concessi ai lavoratori solamente per il servizio svolto. Ciò significa, secondo l’interpretazione maggiormente condivisa, che i dipendenti in ferie non dovrebbero ottenere i benefit in questione – considerato un beneficio accessorio.
Buoni Pasto, la sentenza della Cassazione cambia tutto: ecco perché spettano anche in ferie
Una sentenza della Corte di Cassazione ha portato ad una svolta decisiva, andando a ribaltare quello che fino ad ora è stata la prassi delle aziende. Con l’ordinanza 25840/2024 ha trovato conferma il diritto dei lavoratori a percepire i buoni pasto anche mentre sono in vacanza. I ticket mensa non sono, dunque, da escludere dalla retribuzione feriale dei dipendenti.
Quando stabilito dalla Corte di Cassazione – la quale ha voluto sottolineare il valore economico dei buoni pasto, che fanno parte della retribuzione dei lavoratori – avrà sicuramente delle importanti conseguenze. Le previsioni sono che, grazie alla sentenza, si assisterà a numerosi ricorsi da parte dei dipendenti. Per il momento, però, resta ancora da determinare se l’ordinanza potrà essere estesa ad ogni possibile caso.