Dopo aver aperto gli occhi sulle criptovalute, il mercato ha capito che è ormai impossibile ignorare la rivoluzione della blockchain.
La blockchain rivela già un peso importante impatto su vari settori del mercato ordinario, anche se in alcuni contesti la novità è stata assorbita con ritardo o sospetto. Il primo settore ad aprirsi alla nuova tecnologia è quello finanziario. Di fatto, la blockchain sta rivoluzionando il mondo dei grandi investimenti attraverso la tokenizzazione degli asset. Tale processo può essere definito come una strategia flessibile, veloce e trasparente per convertire beni tradizionali in oggetti digitali (token) registrati appunto su una blockchain. A cosa serve? Fondamentalmente a rendere l’asset più efficiente, sicuro, accessibile e rilevante nel nuovo mercato globale.
Bisogna poi parlare dell’adozione della blockchain nella supply chain (la catena di approvvigionamento). Nel complesso e articolato e sempre più internazionale sistema che comprende tutte le attività necessarie per produrre e distribuire beni e servizi (dal fornitore al cliente finale) la blockchain risulta fondamentale per eliminare la necessità di intermediari e ridurre i costi. Con la blockchain si garantiscono infatti tracciabilità e trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento e si velocizzano tutte le transizioni.
In Italia, come al solito, la novità della blockchain è stata recepita con ritardo. Ma oggi gli investimenti in progetti legati alla nuova tecnologia sono in crescita. Nel 2022, per esempio, c’è stata una crescita del 50% degli investimenti (sono stati coinvolti 42 milioni di euro). A investire in blockchain nel mercato italiano sono soprattutto il settore finanziario e quello assicurativo. Poi ci sono il retail e la moda.
Molto probabilmente il concetto di blockchain sarà alla base della prossima rivoluzione di internet: il Web3, un nuovo universo di interazioni totalmente decentralizzato, indipendente dalla rete gestita dalle grandi aziende tecnologiche, in cui circoleranno quantità sempre maggiori di dati.
La blockchain continuerà poi a essere fondamentale per la gestione delle criptovalute. Anche in questo caso, seppur con un po’ di lentezza, pure il nostro Paese si è accorto dell’importanza delle nuove monete digitali. Milioni di italiani hanno già investito in criptovalute e presto almeno un terzo della popolazione potrebbe essere completamente edotto sull’utilizzo di token e sulla gestione di crypto-attività.
Tutti gli ambiti dell’economia hanno già a che fare, o dovranno presto farlo, con la blockchain, il grande registro condiviso e immutabile che velocizza il processo di archiviazione delle transazioni e di monitoraggio degli asset in rete. Con la blockchain non c’è più bisogno di un’entità centrale di controllo e verifica, e stupisce che le stesse banche (le entità più penalizzate dalla novità) sono attente ad aggiornarsi sulla tecnologia.
Il futuro si chiama tokenizzazione. Tantissimi ambiti del mercato sono oggi interessati al processo di conversione di un diritto o di un bene in un oggetto digitale, chiamato token, e alla sua registrazione su una blockchain. Grazie alla tokenizzazione ogni prodotto o asset può trasformarsi in un contenuto liquido e dunque accessibile a ogni mercato, vicino o lontano.
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