Da quando è stato introdotto, il 5G è finito spesso al centro di accese discussioni. La nostra salute è realmente a rischio? Una regione italiana ha decido di investire una somma cospicua per scoprirlo.
L’introduzione del 5G ha rappresentato una svolta nel settore della telefonia mobile. La sua distribuzione ha avuto inizio nel 2019 e, da allora, ha portato ad importanti miglioramenti per quanto riguarda l’accesso alla rete dei dispositivi che utilizziamo quotidianamente (smartphone, pc e tablet). Tuttavia, questo è diventato anche oggetto di dibattitto attirando non poche preoccupazioni. Diverse indagini hanno tentato di portare alla luce gli effetti di tale tecnologia e, ora, una regione italiana ha deciso di stanziare oltre 200mila euro per poterne studiare gli eventuali rischi.
Il 5G può avere conseguenze negative sulla nostra salute? È ciò che in molti si sono chiesti nel corso degli ultimi anni, dando spesso adito alle ipotesi più disparate. Ai tempi della pandemia di Covid-19, per esempio, si sono diffuse fake news che sostenevano ci fosse un legame tra questa tecnologia e la diffusione del Coronavirus. Più in generale si teme che il 5G, con l’emissione di onde elettromagnetiche, possa intaccare il nostro organismo portando allo sviluppo di malattie.
Sono già stati svolti studi concernenti il 5G e le sue implicazioni sulla salute. Fino ad ora, gli esiti ottenuti hanno sempre dimostrato l’assenza di una correlazione tra la tecnologia in questione e la comparsa di patologie gravi. Eppure, questa continua ad attirare un certo scetticismo. È per tale motivo che la regione Toscana ha di recente stanziato 220mila euro per un’indagine della durata di due anni sull’inquinamento elettromagnetico del 5G e le sue possibili conseguenze.
A commissionare la ricerca sono state ARS (Agenzia Regionale di Sanità) e ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) e verranno coinvolti sei centri urbani del territorio. L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti: la regione è stata accusata di aver sprecato fondi pubblici che potevano essere utilizzati in altro modo, visti i risultati delle precedenti indagini sul 5G.
Il coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Agenzia regionale di Sanità Fabio Voller ha difeso il progetto, sottolineando come alcuni studi abbiano contraddetto tali esiti. Nonostante le critiche rivolte alla regione in merito alla sua politica di allocazione dei fondi, questa è decisa a procedere con l’indagine: la speranza è che le ricerche conducano a nuove scoperte in merito al 5G.
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